Valinor, conosciuta anche come Aman o l’Occidente, è il Reame Beato dei Valar sin dai Tempi Remoti e per tutte le successive Ere di Arda.
Inizialmente i Valar non dimoravano in Aman, infatti dopo essere discesi nel mondo a seguito della Grande Musica degli Ainur, le Potenze si raccolsero in Almaren: un luogo di pace perpetua nella Terra di Mezzo, una dimora meravigliosa in cui era l’eterna Primavera nei lontanissimi e remoti giorni agli inizi della storia. Sui Valar splendeva la luce delle Grandi Lampade, Illuin e Ormal, create da Aulë il Vala Fabbro per illuminare Arda.
Tuttavia quando le Lampade furono distrutte da Melkor, il Grande Avversario, la Primavera di Arda fu guastata e Almaren abbandonata.
Così i Valar scelsero una nuova dimora: il continente occidentale che giaceva al di là del vasto mare di Belegaer, Valinor appunto.
Le Potenze abbandonarono dunque la Terra di Mezzo che rimase sotto il controllo di Melkor, a quel tempo Signore di Utumno. Tuttavia le lucenti stelle di Varda, Regina dei Valar, continuarono a splendere come simbolo di speranza e intanto le divinità si misero all’opera per rendere la loro terra la più bella dimora che si fosse mai vista nel mondo.
Essi innalzarono i Pelóri, le Montagne di Aman, a est del continente, affacciate sul mare, come protezione contro eventuali attacchi di Melkor; intanto Yavanna, Signora dei Frutti e della Natura, si dedicò alla più rinomata tra le grandi opere dei Valar dei Primi Giorni. Ella si recò sul verde colle di Ezellohar e iniziò a salmodiare, infondendo in quel canto tutto il suo potere e Nienna l’aiutò.
Sorsero dunque due virgulti ed essi crebbero e divennero Due Alberi che emettevano luce, alternandosi nel corso della giornata lungo cicli di 12 ore, al culmine del cui splendore si verificava l’Amalgama delle luci: una meraviglia senza eguali.
Un Albero era bianco, con le foglie argentate ed emetteva una luce bianco-lunare: questo era Telperion, l’Albero maschile che risplendeva di notte; l’altro Albero era dorato, con le foglie verdi e oro, emetteva una luce giallo-solare: questo era Laurelin, l’Albero femminile che emetteva un chiarore diurno.
Grazie alla Luce degli Alberi Aman si arricchì di vita, piante, animali e bellezza mentre la Terra di Mezzo languiva nell’oscurità. I Valar santificarono quella terra con la loro divina grazia e quelle divennero le Terre Immortali.
Tempo dopo anche le Tre Stirpi degli Elfi furono invitate dai Valar a recarsi in Aman e qui esse crebbero in numero, possanza e sapienza beandosi al cospetto delle Potenze e della Luce degli Alberi.
Quel momento di pace e splendore, il Meriggio di Valinor, non era però destinato a durare: Melkor, catturato dai Valar, una volta messo in libertà ordì la sua vendetta e con l’aiuto del Demone Ragno Ungoliant uccise gli Alberi e ne spense per sempre la Luce, rubando i Silmaril, le Gemme di Fëanor come segno della sua vittoria.
In seguito i Valar riuscirono comunque a restituire luce al mondo, infatti l’ultimo fiore di Telperion andò a creare la Luna e l’ultimo frutto di Laurelin divenne il Sole, ma la gloria dei Tempi Remoti era ormai solo un ricordo.
I Valar occultarono la loro Terra Beata e in seguito solo agli Elfi, dopo la sconfitta di Morgoth, fu consentito di navigare ad Ovest verso Aman.
I Númenóreani, guidati dall’arrogante Re Ar-Pharazôn, essendo Uomini destinati alla morte ed essendo grande il loro potere, provarono a conquistare Valinor e l’immortalità con la forza, ma fallirono. Númenor cadde e le Terre Imperiture furono sradicate dal mondo fisico, venendo trasportate per sempre in una dimensione ultraterrena, raggiungibile solo agli Elfi.
Alla fine della Terza Era l’ultima nave di Círdan con a bordo gli ultimi Noldor, Gandalf e i Portatori dell’Anello Bilbo e Frodo, volse la prua proprio verso Valinor seguendo la diritta Via che conduceva oltre gli spazi terreni verso quella dimensione atemporale di beatitudine eterna.
Così per gli Eldar giunse la fine delle storie e dei canti.