Credo che tutti noi appassionati delle opere del Professor Tolkien ricordiamo la scena in cui la Compagnia dell’Anello raggiunse a gran fatica le soglie delle Miniere di Moria, ma che non furono facili da varcare, perché chiuse da una sorta di “serratura magica” (scusate la licenza poetica), la quale fu visibile solamente quando la luce lunare batté sulla parete rocciosa che ne costituiva l’ingresso. Ebbene, nel momento in cui la luna rivelò la porta, abbiamo notato delle strane “lettere” incise sulle pareti. Oppure ci ricordiamo ne “Lo Hobbit” che lo stregone Gandalf incise sulla porta del povero Hobbit Bilbo Baggins un segno molto particolare: . Il Professor Tolkien, dall’alto dei suoi studi filologici, non ha inventato nulla di radicalmente nuovo, ma ha semplicemente inserito nei suoi scritti questo importantissimo riferimento della cultura germanica antica: le rune.

Sarebbe necessario capire innanzitutto che cosa fossero le rune. Bisogna considerare che il termine runa è “un prestito dotto dall’islandese del sec. XVII[1]”, il quale ha al suo interno “una radice germanica *rūn-[2] che può avere il significato di “messaggio”, ma anche di “segreto/mistero”, “sussurro”. Infatti, questa sfumatura di significato è presente tutt’oggi in una lingua germanica come il tedesco: il verbo raunen significa “sussurrare – mormorare”. Tuttavia, il processo semantico evolutivo molto più probabilmente è stato influenzato dalla lingua germanica orientale gotica, poiché il termine runaè inoltre noto attraverso il gotico runa, che traduce il greco mystérion, boulé, symboúlion (‘mistero divino; segreto; consiglio’)[3], è che quindi, essendo stata la prima lingua scritta germanica per la diffusione della cultura cristiana tramite l’immensa opera del vescovo Wulfila, sia stato il veicolo perfetto per la diffusione di questo significato[4].

Non a caso, ciò si può evincere da un passaggio chiave della storia di Gesù Cristo, nella Bibbia di Wulfila (cap. 27, versetto 1), scritto in gotico, quando, una volta catturato dai soldati romani, viene portato al cospetto dei sacerdoti:

At maurgin þan waurþananaruna nemun allai gudjans[…][5]”.

“Diventato mattino, tutti i sacerdoti presero consiglio – si riunirono in consiglio[6].

Tuttavia, “è proprio da queste premesse che Morris (1985) cerca di dimostrare l’origine del sostantivo runa da una radice verbale che esprime il senso di ‘tracciare, incidere, grattare’ analoga a inglese to write[7].

Questo perché anche secondo le informazioni dateci da Tacito, i Germani erano soliti incidere le rune su e con bastoncini di legno o altri materiali, e che i loro saggi dovevano interpretare, in modo da poter profetizzare il destino futuro, come se fosse una vera sorta di divinazione o rito magico. Questo significato divinatorio ha ancora dei riscontri visibili nelle lingue germaniche moderne, perché in tedesco il termine “lettera dell’alfabeto” si traduce con der Buchstabe, che però letteralmente significa “bastoncino di legno” (tedesco “Buch” = faggio, del tutto simile all’inglese “book” = libro; e tedesco “Stab” = bastone). Infatti, “è un uso frequente di denominare il testo col materiale su cui è scritto: greco ‘bíblios’ dal nome del papiro; latino ‘liber’ da quello della parte interna della corteccia come Buch dal legno di faggio[8]. Lo stesso dicasi per il termine inglese book, e se non bastasse gli stessi termini che indicano la lettura hanno questo influsso del mondo antico, dedito alla divinazione, poiché ad esempio, il termine inglese to read può voler dire “interpretare”, oppure il verbo tedesco lesen ha anche il significato di raccogliere, in quanto i saggi dovevano raccogliere i bastoncini con incise le rune per poter profetizzare e compiere i riti magici. Ma questo non avveniva privatamente, bensì in un collettivo, o consiglio[9] di tutti gli uomini liberi e dei guerrieri della tribù di appartenenza, chiamato thing (derivato dal latino res publica).

Come si può evincere da questa breve spiegazione, il mondo germanico è assai affascinante e infatti vorrei lasciarvi con una curiosità, o per meglio dire, un’ipotesi personale.

Come ben sapete, per chiedere a qualcuno di scandire una parola lettera per lettera, bisogna chiedere di fare lo spelling. Vi siete mai domandati perché si dica così in inglese, o perché in tedesco si dica buchstabieren? Secondo me proprio perché all’origine della cultura scritta delle popolazioni germaniche le rune costituivano l’unico mezzo di “scrittura” conosciuto per compiere magie, prevedere il futuro, ecc…, e ogni incantesimo o messaggio doveva corrispondere ad una runa ben precisa. Se ci fate caso il termine inglese spell significa incantesimo, mentre il termine tedesco sottolinea l’incidere sul legno i vari segni. Voi che ne pensate?

Spero di deliziarvi ancora in futuro con le rune germaniche.

A presto

Matteo


[1] Battaglia Marco, I Germani – Genesi di una cultura europea; Manuali Carocci Editore, 2013; pg. 199.

[2] Ibid. pg. 213.

[3] Ibid. pg. 216.

[4] Ibid. pg. 216.

[5] http://www.wulfila.be/gothic/browse/text/?book=1&chapter=27

[6] Traduzione fornita dal sottoscritto.

[7] Battaglia Marco, I Germani – Genesi di una cultura europea; Manuali Carocci Editore, 2013; pg. 216.

[8] Bosco Coletsos Sandra; Storia della Lingua Tedesca; Rosenberg & Sellier, Torino: 2007; pg. 24.

[9] Vedi nota 3.