In molti dicono che nell’universo tolkieniano le figure femminile sono assenti o secondarie, spesso additando l’autore de Il Signore degli Anelli come misogino o più vicino agli uomini che alle donne. Se è vero che la maggior parte dei personaggi e dei protagonisti delle opere del professore di Oxford sono uomini, questo non offusca il chiarore emanato da alcune fortissime figure femminili che diventano per vari motivi centrali nella narrazione: Galadriel, la regina elfica di Lórien; Éowyn, guerriera di stirpe reale di Rohan; Lúthien e Arwen sua discendente, al centro della relazione Uomo-Elfo. E ancora altri personaggi secondari ma apprezzabili: Rosie Cotton, che fedelmente, quasi una novella Penelope, attende il ritorno di Sam dalle sue avventure; Baccador, la figlia del fiume e sposa di Tom Bombadil (nonché la protagonista della nostra locandina), che è una ninfa, di cui ci vengono sottolineate le caratteristiche di accoglienza e ospitalità; Ioreth, la saggia curatrice di Gondor, che riconosce il re dalle sue mani di guaritore; e tanti altri ancora.

Come non citare poi le donne malvagie o i personaggi femminili negativi? Ad esempio la Hobbit Lobelia, parente di Bilbo e Frodo, che vorrebbe ottenere la loro dimora in eredità e fa di tutto per averla. Oppure la terribile Shelob/Ungoliant, ragno femminile mostruoso, sempre incinta e pronta ad oscurare la luce togliendo la speranza e diffondendo la disperazione. Infine anche le grandi assenti tra le figure femminile hanno qualcosa da raccontarci: ci riferiamo alla scomparsa delle Entesse e al nascondimento delle Donne dei Nani. Come mai questa scelta da parte di Tolkien? Perché non inserirle nei suoi racconti se non come un eco lontano?

Chi poi si fosse avventurato ne Il Silmarillion o nella History of Middle-earth sa che molte sono le figure femminile tra i Valar, potenze angeliche incarnate simili a divinità nel mondo: Varda, signora delle stelle; Yavanna, regina della terra; Nienna, signora della tristezza; e molte altre, ognuna con la sua signora e il suo campo d’influenza.

Insomma alla fine le donne nel mondo tolkieniano sono ben presenti, occupano il loro spazio e apportano molti significati al panorama della Terra di Mezzo. Per questo per la settima edizione di Sentieri Tolkieniani abbiamo deciso di approfondire, studiare e parlare della figura femminile in Arda. Sarà infatti proprio questo il tema portante che proveremo ad sviscerare attraverso interventi di esperti di ambito letterario, artistico e anche cinematografico.

A questo proposito l’intervento portante dal titolo “Dee e Regine – L’elemento femminile nella Terra di Mezzo” sarà affrontato da tre donne, esperte tolkieniane della zona torinese: Chiara Nejrotti, Luisa Paglieri e Barbara Sanguineti. Con la loro conoscenza dell’autore più letto del secolo scorso ci aiuteranno a comprendere i personaggi femminili e il loro significato ne Il Signore degli Anelli e ne Il Silmarillion. L’appuntamento è per domenica 28 maggio alle 16:30 nel parco del Castello di Osasco, nel vivo della nostra manifestazione.


Barbara Sanguineti: È laureata in lettere moderne. Da sempre appassionata di fantasy, ha vinto nel 1995 il premio Silmarillion indetto dalla Società Tolkieniana per il miglior racconto ispirato al mondo di Tolkien. È autrice di uno dei saggi compresi nel volume Tolkien e i Classici, dedicato al raffronto fra Tolkien e Leopardi. Collabora con l’Associazione Italiana di Studi Tolkieniani.

Chiara Nejrotti: Già ospite in diverse edizioni di Sentieri, insegna filosofia e scienze umane alle scuole superiori. È autrice di diversi saggi su Tolkien in raccolte e riviste tra cui ricordiamo in particolare Dee e Regine, sulla figura femminile in Tolkien.

Luisa Paglieri: Docente di lingua e letteratura inglese, è autrice di vari saggi e racconti. Ricordiamo in particolare la sua collaborazione al testo Creature dell’Impossibile e a Tolkien e i Classici a cui ha partecipato con un saggio sul rapporto tra Tolkien e Shakespeare.