La speranza infranta di Galadriel….

“Pensavamo che la guerra, finalmente… fosse finita”. Con queste emozionanti e accorate parole pronunciate da Galadriel (Morfydd Clark) ha inizio il lunghissimo trailer- ben tre minuti- de Gli Anelli del Potere, presentato ieri al Comic-con di San Diego, assieme ad un panel con interviste ad attori e sceneggiatori. Tre minuti di innegabile potenza che chiarificano alcuni punti e fanno aumentare le domande per altri. Una cosa è certa: il progetto è imponente e già il trailer trasmette tante emozioni.

Soffermiamoci in particolare sulle scene che aggiungono domande, perchè sono intriganti.

Galadriel, accompagnata da queste parole, pone un elmo dorato in cima ad un tumulo in una landa desolata che ricorda tanto le battaglie della Grande Guerra che Tolkien conosceva bene: l’immediato pensiero del lettore va allo Haudh-en-Ndegin, il tumulo eretto dagli Orchi di Morgoth dopo la loro devastante vittoria nella Battaglia delle Innumerevoli Lacrime su Elfi e Uomini, come leggiamo nel Silmarillion: “Ora, per ordine di Morgoth, gli Orchi, con grande fatica, raccolsero tutti i corpi senza vita dei loro nemici e, accumulandone equipaggiamenti e armi, eressero nel cuore della piana dell’Anfauglith un enorme tumulo che era come una collina visibile di lontano. Haudh-en-Ndengin, così la chiamarono gli Elfi“. Questa scena sembra ritrarre proprio quel tumulo, e, anche se Galadriel sembra non vi abbia partecipato, è facile pensare che vi sia recata per portare omaggio a tutti quei morti.

La cosa importante, però, oltre alla scena, sono le parole: la speranza di non dover più combattere. Ma è una vana speranza, che presto, si capisce dal trailer, sarà infranta.

Il trailer continua, e le parole di Galadriel e Gil-Galad ( Benjamin Walker) continuano su questa linea: “le nostre gioie sarebbero state senza fine” e “i nostri giorni di pace hanno inizio”, mentre scorrono davanti a noi scene che conosciamo già: l’incoronazione “sacrale” di Galadriel, probabilmente dopo la vittoriosa missione in cerca degli ultimi servi di Morgoth rimasti, e la cena nel Lindon tra Elfi, Nani e Uomini di Nùmenor a suggello di una sperata era di pace.

Galadriel continua. “La nostra luce non si sarebbe mai attenuata”, mentre passano davanti a noi alcune immagini di pace e serenità, tra cui una corsa di bambini Elfici accanto ad un fiume paradisiaco: probabilmente una scena dell’infanzia di Galadriel stessa, che forse corre assieme ai suoi fratelli.

Le cose però andranno diversamente. Infatti, mentre vediamo le ormai familiari scene della cometa che cala sulla Terra di Mezzo e Sadoc Burrows ( Lenny Henry) che avvisa gli altri Harfoots della stranezza del cielo, la scena si sposta nella notte Nùmenoreana. E qui, in una stanza segreta del palazzo dei Re, vediamo Galadriel a colloquio con la Regina Mìriel (Chyntia Addai-Robinson) che dice “il momento che temevamo è giunto” mostrando alla Dama un… Palantìr! Sappiamo dai testi che le Pietre Veggenti furono un dono degli Elfi di Eressea agli Uomini dell’Ovest, che li usavano per controllare i loro possedimenti oltre l’Isola, o, come in questo caso, vedere cosa accadeva nel mondo: qui le due donne si accorgono che uno strisciante male sta tornando. A questo punto, una serie di flashback avvolgono la mente di Galadriel, e le torna alla memoria l’amato fratello Finrod: rivediamo scene della Prima Era viste nei precedenti teaser ma soprattutto la bellissima scena inedita in cui Galadriel piange Finrod (Will Fletcher) e si prende cura del suo corpo martoriato dalle ferite. Su una spalla possiamo vedere artigli di una bestia, forse un lupo: e proprio così morì Finrod, per difendere Beren dai Mannari di Sauron, come leggiamo nel Silmarillion: “Ma, quando il lupo venne a divorare Beren, Felagund fece appello a tutte le sue forze e spezzò i legami, e lottò con il mannaro che uccise con le mani e i denti; ma anch’egli restò ferito a morte“.

Il male non dorme, dice la voce del trailer, mentre osserviamo Miriel che osserva cadere i petali dell’Albero Bianco di Nùmenor, Nimloth, che vediamo finalmente in tutta la sua bellezza, anche se possiamo notare come si trovi in un giardino abbandonato. Per molto tempo i Re, in spregio ai Valar e gli Elfi, non se n’erano curati, e solo Palantìr e sua figlia Mìriel erano tornati ad occuparsene.

Il male attende. Ed ecco arrivare un personaggio in vesti sacerdotali dai capelli rasati e dallo sguardo sinistro che ieri molti hanno scambiato per Sauron ma che in realtà sembra certo sia una Maia corrotta da Morgoth a Valinor ( Sauron non fu l’unico, ovviamente) e che diviene sua sacerdotessa ( in un’altra scena la vediamo in cima ad un picco proprio in queste vesti) passando poi al servizio di Sauron, interpretata dall’attrice Bridie Sisson. Segue poi una scena di discussione dentro Khaza-Dum tra il principe dei Nani Durin V (Owain Artur) e il padre Durin III ( Peter Mullan) che pare voler non avere niente a che fare con lo scavare sempre più in profondità “tentando l’ombra a seppellirci tutti sotto la Montagna“: sappiamo che nascosto a Khazad-Dum c’è un Balrog, e anche “cose più oscure degli Orchi nelle profondità della terra”, per dirla con Gandalf.

Le scene proseguono, e tra le altre vediamo una fortezza avvolta dal buio e dai fulmini, nella quale si dirigono Galadriel e il suo gruppo in caccia- forse Angband in rovina, roccaforte di Morgoth- e un vecchio sinistro che prende il braccio del giovane figlio di Bronwyn, Theo (Tyroe Muhafidin) e gli chiede se ha mai sentito di Sauron mentre il ragazzo, che ha un marchio enigmatico sul braccio, arretra spaventato. Una mano con un artiglio si avvicina ad una porta e Theo tiene in mano la strana spada dei poster che si illumina di una luce ferale e in mano sua sembra ricomporsi. Che Theo sia legato in qualche modo al male e nel suo futuro ci sia un destino da Spettro dell’Anello? Ancora presto per dirlo.

Seguono alcune scene di azione dei vari popoli e poi la mano con artiglio, appartenente ad un personaggio con cotta di maglia, avanza tra una fila di Orchi riverenti che indossano cappucci e maschere per proteggersi dal Sole che odiano e che brucia loro la pelle. Una scena di grande impatto, nella quale stiamo vedendo con molta probabilità l’Elfo corrotto Adar ( Joseph Mawle), il quale sembra avere una spada molto simile a quelle sguainate da figli di Feanor durante la scena del Giuramento? Che sia Maglor, l’ultimo dei figli di Feanor, che da Tolkien sappiamo essere andato all’Est dopo aver abbandonato l’ultimo Silmaril, e da lì poi caduto nelle grinfie di Sauron, che riuscì ad approfittarsi del suo dolore? Sarebbe una scelta molto forte ma che a noi personalmente piace.

Tra le scene successive, mentre vediamo Miriel avanzare tra il suo popolo con delle vesti sontuose e udiamo la sua voce dire “ognuno di noi deve decidere chi noi saremo”, vediamo vare scene nelle quali Arondir ( Ismael Cruz-Cordova) dà prova della sua destrezza lottando contro gli Orchi che lo hanno fatto prigioniero, Durin IV che mostra di nuovo la pepita di Mithril, che per lui significa l’inizio di una nuova era per il suo popolo, scene di battaglia nella Terra di Mezzo con Galadriel che guida una carica di soldati Umani, Orchi nei boschi all’inseguimento di Arondir e Galadriel che nuota nelle acque del Grande Mare salvandosi a stento dal Serpente di Mare di cui vi avevamo anticipato in un precedente articolo.

Poi, mentre osserviamo i Numenoreani andare alla guerra con un corteo che parte dal Palazzo Reale e Durin IV che sembra fare alt in una scena carica di tensione, sentiamo la voce di Durin III dire “Non può esserci fiducia tra martello e roccia. Prima o poi uno dei due si romperà per forza”, a testimoniare ancora una volta come egli non sia favorevole alla ricerca del mithril.

Poi, dopo altre scene d’azione, ecco il frame più enigmatico di tutti: la sacerdotessa di Morgoth che soffia su una foglia in una caverna oscura mentre si ode una voce che dice “Ti hanno raccontato molte bugie sulla Terra di Mezzo”. Che sia la voce di Sauron che sta tentando qualcuno, con i suoi soliti modi melliflui e dolci come il miele?

Infine, dopo una scena nella quale Arondir viene trascinato nell’oscurità da delle mani… legnose ( che sia uno degli Huorn, gli alberi senzienti sgraditi compagni degli Ent?), ecco un…Balrog in tutta la sua potenza!

Difficile che sia il Flagello di Durin, perchè quel Balrog si risveglia nel 1981 della Terza Era; potrebbe essere il Signore dei Balrog, Gothmog, ma anche uno dei Maiar irretiti da Morgoth che si è appena trasformato in un Valaraukar, il demone d’Ombra e Fiamma. Una conclusione spettacolare per un trailer davvero emozionante!