Questo 15 gennaio è uscita finalmente in Italia per Bompiani la traduzione italiana de La Caduta di Nùmenor e altri racconti della Seconda Era della Terra di Mezzo, con la traduzione a cura di Stefano Giorgianni: il volume, curato in originale da Brian Sibley, scrittore e divulgatore di Tolkien tra i più famosi ( ha curato le guide ufficiali al film di Jackson), è un testo utile per tutti coloro che vogliono chiarirsi le idee sulla Seconda Era della Terra di Mezzo, ed è arricchito da bellissime illustrazioni di Alan Lee, notissimo illustratore del mondo di Arda.
Il testo, infatti, mette assieme più o meno tutto ciò che Tolkien ha scritto sulla Seconda Era, tentando di creare una narrazione “continuata”, tra le varie fonti, seguendo la Cronologia della Seconda Era contenuta nell‘Appendice A del Signore degli Anelli. All’interno della sezione dedicata ad un preciso anno della cronologia- sempre caratterizzato da un evento importante- si sviluppa la vicenda collegata, con un’operazione che potremmo definire di “raccolta” di varie fonti a cui viene fatto un leggerissimo intervento redazionale- un pò come fece Christopher Tolkien con il Silmarillion– per adattare i vari estratti ad un racconto che sembri organico.
Cosa che nel Silmarillion non riuscì sempre benissimo; ma Brian Sibley è uno scrittore di professione, oltre che grande appassionato ed esperto dell’opera tolkieniana, e riesce sempre a creare una narrazione interessante e avvincente senza modificare il testo di Tolkien. In effetti, a parte i riassunti di alcune parti della vicenda, di suo pugno, tutto quello che troviamo è opera del Professore.
Inoltre, nella prefazione “Riguardo a questo libro”, Sibley pone un punto importante e fondamentale, per chiarire un timore plausibile: questo testo va forse a sostituire tutte le fonti prese in esame- Silmarillion, Racconti Incompiuti, History of Middle Earth, The Nature of Middle Earth– per “mescolarle”, magari in maniera confusa? La sua risposta è no: “l’intenzione non è di soppiantare queste opere (…) ma vuole invece proporre estratti dai summenzionati, con il minor numero possibile di interventi editoriali, che illustrino con le stesse parole dell’autore i consistenti e tumultuosi eventi della Seconda Era“. E aggiunge inoltre, il che è fondamentale e professionalmente corretto: “per chi desidera approfondire, le note inserite alla fine del libro, molte delle quali attingono all’inestimabile esperienza editoriale di Christopher Tolkien tramite riproduzione o citazione delle sue stesse note alle fonti originali pubblicate, aiuteranno nella ricerca di maggiori informazioni sulla Seconda Era della Terra di Mezzo”.
Insomma, il testo del libro è sicuramente orchestrato per dare una narrazione continuata, e quindi c’è una selezione dei testi; ma non è mai arbitraria, viene di fatto sempre spiegata e soprattutto la presenza delle note, alcune anche parecchio estese, documentano quasi per intero tutte le versioni di un preciso evento: in questo senso, è importante che la Caduta di Nùmenor, inteso come evento del Legendarium, benchè nel testo sia narrato seguendo principalmente il Silmarillion pubblicato, non venga ridotto solo a quella versione: nelle note trovano ampio spazio tutte le altre versioni, con rimando ai testi in cui si trovano e soprattutto la loro importanza.
E a maggior prova della serietà del lavoro di Sibley sta l’importante presenza di una Appendice B dove trovano spazio i “capitoli Nùmenoreani” de La Strada Smarrita, quinto volume della Storia della Terra di Mezzo, che è l’origine di tutta la vicenda e interessante per un certo stile “cupo” che il pubblico deve conoscere per meglio apprezzare tutta l’arte di Tolkien.
Insomma, un testo a mio parere divulgativo ma che non riduce la complessità della materia tolkieniana, anzi ci fa ben comprendere il suo metodo di lavoro: non tenta di stabilire un “canone” per la Seconda Era, anzi ci mostra le tante strade che Tolkien ha intrapreso.
NOTA BENE: nella traduzione italiana c’è un grave errore di distrazione. A pagina 277, nella nota riguardante Círdan, viene inserito un dialogo dell’Appendice A del Signore degli Anelli tra Círdan e Gandalf riguardante l’Anello di Fuoco. Nel testo inglese Brian Sibley scrive giustamente che “in seguito Círdan passó Narya a Gandalf al suo arrivo nella Terra di Mezzo“.
Nella traduzione italiana il pezzo appena citato non c’è, viene saltato, e lascia l’impressione che il dialogo sia tra Círdan e Celebrimbor. Non è così, e non è un errore dell’autore del testo originale ma della traduzione italiana, che cambia proprio gli eventi e va segnalato alla casa editrice.
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